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Fin dalle prime opere realizzate negli anni cinquanta a Udine e nel Friuli, Gino Valle (1923-2003) fu riconosciuto dalla critica internazionale come una delle figure più originali e creative dell'architettura europea del dopoguerra. Il suo talento artistico, associato a una grande curiosità intellettuale e a un'autentica passione per la sperimentazione di nuove tecniche costruttive, portò Valle a elaborare un'opera architettonica decisamente aperta e multiforme. Nei centri minori del Friuli e del Veneto oppure nei contesti metropolitani di New York, Parigi e Berlino, case popolari e banche, stabilimenti industriali e uffici, municipi e palazzi di giustizia rimangono oggi non solo solidi esempi di grande attualità, ma sono vere e proprie opere di riferimento per la discussione di temi progettuali significativi che riguardano la relazione tra nuova architettura e preesistenze storiche, tra insediamenti industriali e paesaggio aperto, tra disegno urbano e progetto di architettura. Una parte molto consistente della sua opera fu dedicata al programma tipicamente "moderno" degli spazi del lavoro -la fabbrica e l'ufficio- in risposta ad una committenza prima regionale e nazionale (le industrie Zanussi, Fantoni, Olivetti), e successivamente multinazionale (l'IBM, la Banca Commerciale Italiana, la Deutsche Bank).